Il Notariato condivide i suggerimenti dell’Ocse in materia di professioni regolamentate ma è contrario a quella parte della manovra che, peraltro non indicata dalle organizzazioni internazionali, porta con sé potenziali effetti distorsivi della concorrenza, che alterano il mercato e creano condizioni di svantaggio competitivo in danno dell’utenza. Il Ddl prevede l’eliminazione del controllo preventivo di legalità del notaio per le transazioni relative a beni immobili ad uso non abitativo fino a 100mila euro di valore catastale e la costituzione di alcune tipologie di società (srl semplificata e società semplici). «Questo Ddl – dicono i notai – consegna il mercato dei servizi professionali alle lobby delle banche e delle assicurazioni e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini e i professionisti. L’imparzialità, la terzietà e il controllo antiriciclaggio garantiti dall’intervento notarile rischiano di essere cancellati unitamente alle altre garanzie che il sistema professionale italiano offre ai cittadini».
Con alcune le transazioni immobiliari e societarie senza controllo notarile, «il sistema-Paese e in particolare le fasce più deboli dei cittadini – sottolinea il Notariato – saranno esposti a forti rischi di criminalità, abusi e frodi con un grave danno economico e sociale. La rimozione per tali atti, infatti, del regime dei controlli di legalità affidati al notariato, porterà ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni provengono da notai), minando l’affidabilità dei pubblici registri».
«In campo immobiliare – rileva il Notariato – basta osservare cosa è successo dove non esiste il controllo di legalità preventivo del notaio: le frodi identitarie e ipotecarie emerse negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime hanno provocato multe per oltre 100 miliardi di dollari inflitte alle banche americane e milioni di cittadini (le fasce meno abbienti) sono rimasti senza casa a causa delle frodi» ( http://www.fbi.gov/about-us/investigate/white_collar/mortgage-fraud ).
In Italia, spiegano i notai , «il settore immobiliare è caratterizzato da un sistema di governo pubblico che assicura trasparenza alle transazioni immobiliari e tutela le parti da eventuali vizi che possono inficiare il mercato. Ciò è possibile attraverso una sinergia virtuosa tra agenzie pubbliche (agenzia delle Entrate-Area Territorio e Archivi Notarili sotto il controllo del ministero della Giustizia) e un numero programmato, e dunque controllabile, di “concessionari” (notai – pubblici ufficiali) all’avanguardia mondiale nella trasmissione digitale in sicurezza degli atti».
Critiche al Ddl dai notai anche in campo societario: «La scelta adottata oggi dal Governo è in assoluta controtendenza con quanto affermato dalle principali organizzazioni internazionali, Ocse, Gafi e la stessa Banca mondiale, che negli ultimi anni, a seguito dell’aumento delle frodi per mancanza di una corretta regolamentazione, hanno sottolineato l’importanza di un controllo accurato per evitare l’abuso dello strumento societario (riciclaggio, evasione fiscale, corruzione) e la necessità di un registro delle imprese affidabile».
«Il Registro delle imprese italiano alimentato esclusivamente con atti pubblici sottoposti al controllo di legalità preventivo dei notai (pubblici ufficiali sottoposti a controlli da parte dello Stato) – sottolinea il Notariato – risponde esattamente al modello di registro societario auspicato dall’International Bank for Reconstruction and Development Banca Mondiale (rapporto The Puppet Masters, 2011) rispetto ai Paesi di common law che utilizzano un registro societario più come semplice “archivio” che quale strumento di controllo e legalità (http://resources.companieshouse.gov.uk/serviceInformation.shtml). Secondo le organizzazioni internazionali attuare nel settore societario una strategia di deregolamentazione al ribasso, con conseguente deterioramento del sistema di controllo giuridico, della qualità dell’infrastruttura socio-economica e dell’efficienza dei mercati, significa che il costo della corruzione e degli abusi sarebbe a carico di tutta la comunità, mentre i proventi delle attività abusive sarebbero redistribuiti soltanto tra lobby ristrette».
«La definitiva conferma del valore economico-giuridico e sociale del controllo notarile si evince dalla posizione dell’Italia nelle classifiche internazionali sulla competitività (Doing Business 2015) che, per il settore immobiliare e societario, risulta migliore di quello della maggior parte dei Paesi ad alto reddito. Pensare che senza controllo notarile si abbiano uguali tutele, vuol dire dividere la popolazione in due fasce: i ricchi godranno delle garanzie, i poveri saranno a rischio. Basti pensare che ogni nostro atto (quello dei ricchi e quello dei poveri) – conclude la rappresentanza dei notai – è sottoposto al controllo del ministero della Giustizia a garanzia della massima certezza del contenuto dell’atto e della sua conformità all’ordinamento».