(Cassazione civile , sez. III, sentenza 16.12.2013 n° 28061)
Nota di Giuseppina Mattiello
Ai fini dell’operatività della surrogazione legale di cui all’art. 1203 c.c., n. 3, non è necessario nè che il solvens sia tenuto al pagamento del debito per la medesima causa debendi vantata dall’accipiens nei confronti dell’altro o degli altri obbligati, nè che il solvens sia direttamente obbligato nei confronti dell’accipiens, richiedendo la norma soltanto che il solvens abbia un interesse giuridicamente qualificato all’estinzione dell’obbligazione.
È questo il principio di diritto stabilito dalla Cassazione civile, sezione III, nella sentenza 16 dicembre 2013, n. 28061.
Nella fattispecie, un notaio aveva instaurato un giudizio nei confronti di due suoi clienti che, in atto di compravendita, avevano garantito che il loro immobile era libero da iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli, mentre, invece, lo stesso era poi risultato gravato da un’ipoteca concessa, a garanzia di un mutuo, dal costruttore del fabbricato in favore di un istituto di credito.
Il notaio, citato per responsabilità professionale dall’ultimo acquirente dell’immobile, al fine di evitare i ben maggiori danni che sarebbero derivati dalla sicura evizione dell’immobile, aveva pagato all’Istituto la somma ancora dovuta e, pertanto, ora ne chiedeva il rimborso ai venditori.
Soccombente sia in primo che in secondo grado, il notaio, in Cassazione, denunciava principalmente la violazione dell’art. 1203 c.c., n. 3, sostenendo che l’erroneità dell’affermazione del giudice del merito per cui, ai fini dell’operatività della surrogazione legale, è necessario che colui che effettua il pagamento sia direttamente e personalmente obbligato nei confronti dell’accipiens.
Invero, secondo il ricorrente, “tale interpretazione del disposto dell’art. 1203 c.c., n.3, sarebbe contraria alla giurisprudenza del Supremo Collegio, ferma nel ritenere che la surrogazione legale resta esclusa solo laddove il pagamento del solvens sia avvenuto spontaneamente, in assenza non solo di qualsivoglia obbligo giuridico nei confronti di chiunque, ma anche di ogni interesse”, mentre nella fattispecie, il notaio aveva effettuato il pagamento in quanto contrattualmente responsabile nei confronti dei primi acquirenti per l’omessa esecuzione delle visure ipotecarie, e obbligato in via extracontrattuale nei confronti del successivo acquirente per avere concorso, con la sua omissione, a determinare l’evento dannoso.
La Corte, condividendo l’impostazione dell’impugnante, ha osservato che la sentenza d’appello è inficiata da due errori giuridici di fondo: la prospettata necessità, ai fini dell’operatività della surrogazione legale, che l’accipiens (nella fattispecie, la banca), sia creditore di tutti quei soggetti, l’uno dei quali, con il pagamento, resta automaticamente surrogato nei diritti del creditore; e l’assunto che l’ultimo acquirente dell’immobile ipotecato avrebbe potuto agire per il recupero, ove avesse estinto l’obbligazione rimasta inadempiuta, solo nei confronti o dei suoi danti causa in via di evizione, o dell’altro notaio rogante coinvolto nella seconda compravendita in via di responsabilità professionale, di talchè, al momento del pagamento, non esisteva alcuna obbligazione dell’impugnante.
Invero, osserva la Suprema Corte, a norma dell’art. 1203 c.c., n. 3, la surrogazione opera non solo a vantaggio di chi sia obbligato con altri al pagamento del debito, ma anche di chi vi sia tenuto per altri, requisito che, nello specifico, aveva una sua particolare pregnanza, in ragione della riconosciuta possibilità di condannare il notaio rogante, che non abbia adempiuto all’obbligazione di verificare l’esistenza di iscrizioni ipotecarie relative all’immobile compravenduto, al risarcimento dei conseguenti danni in forma specifica.
In ogni caso, è dirimente il rilievo che tale norma richiede esclusivamente la titolarità di un interesse, giuridicamente qualificato, all’estinzione dell’obbligazione, requisito che, a sua volta, postula l’esistenza non già di un’obbligazione attuale e liquida, o comunque giudizialmente accertata, ma solo di un rapporto del solvens con il debitore preesistente al pagamento.
Sotto quest’ultimo profilo, il notaio poteva essere convenuto anche ex art. 2043 c.c., in quanto responsabile o corresponsabile del danno subito dal secondo acquirente, e per ciò solo il pagamento in questione non appare connotato da quella spontaneità che è la sola ad escludere l’operatività della surrogazione legale.
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